martedì 11 agosto 2015

Evil Woman

Era lì che pendeva dalle sue labbra,
non lo voleva dare a vedere ma..

..stava morendo dentro, il caghetta.


D'un tratto, poi la risposta.


.."volentieri" disse Patty.


'Era l' 11 gennaio,
c'erano 9 gradi
e da poco aveva smesso di piovere,
ma non gliene fregava un cazzo.

cazzo, cazzo, cazzo.

Improvvisamente,
tutto era diventato splendido,
no disgrazie,
no scadenze,
no esami universitari che tenessero,
svanita la fame nel mondo.

Il Sole aveva raggiunto lo Zenith e sembrava che piazza Diaz
fosse diventata il lungomare di Rio de Janeiro.

Era così eccitato che sfoderò la t-shirt
sepolta dai 3-4 strati che aveva indosso per portarla alla luce del Sole
e...farla bagnare perchè

aveva appena ricominciato a piovere.

Poi sentì che domani sarebbe arrivato presto ed allora decise
di mettersi a correre,
come se la sua Patty fosse già lì,
ad aspettarlo.

Era impaziente di portare quelle sue sensazioni così fresche
in ogni strada della città
cosicchè ogni via gli avrebbe ricordato quello splendido giorno
in eterno.

Quello sì che era il nostro uomo,
affrontava lo specchio del bagno con la spavalderia degna del miglior Robin di Locksley e vedeva sparire a vista d'occhio
tutti i segni che quella negatività gli aveva GENEROSAMENTE regalato in tutti quei mesi.

Andati i brufoli,
partite le occhiaie
insieme a quel mal di testa cacacazzo che sapeva solo percuotergli il cranio
fino a quello splendido giorno.

"Addio mal di testa, suona la Vuvuzela anche da lassù,
dove non ti sentirò mai più,
a fanculo".

Il giorno in cui era uscito,
aveva affrontato le sue paure,
stupide che solo uno stupido può saperlo.

Vincendole.

La notte il nostro uomo non riuscì a dormire,
le endorfine liberate da quel semplice "sì"
avevano bloccato la sua batteria interna al 100% da almeno 12 ore e non sembravano stancarsi mai.




Escistasera?


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