domenica 31 luglio 2016

reborn

Day 70

Li ho tagliati, finalmente.
C'è chi dice che così possano ricrescere più forti, io ci credo poco.
In fondo, che le forbici possano dettare simili adattamenti nel corpo penso 
sia difficile da far credere anche in una televendita di Giorgio Mastrota.

Comunque non me ne fregava niente, volevo liberarmi da tutto quel caldo che mi copriva i pensieri
e l'ho fatto.

Ho letto che dietro ad un drastico taglio dei capelli spesso si celano motivi che vanno ben oltre
mode od adattamenti climatici.
Si cambia radicalmente taglio di capelli per iniziare una nuova vita,
ricominciare da 0,
darsi un inizio,
magari dopo una grande delusione
o sconfitta, che dir si voglia.

Beh, io non mi sento molto lontano da questo modo di vedere.

In fondo sono solo 2 anni e mezzo che sono un tutt'uno col mio lavoro,
un tutt'uno con tutto ciò di cui,
onestamente,
non me ne sbatte una sega.
Per quanto possa piacermi il mio impiego,
per quanto possa essere soddisfatto già solo del fatto di averne uno,
al di là di tutte le cornici che appenderò al muro più grande di casa mia e che spolvererò 2 giorni la settimana,
non penso sia questo che possa darmi la forza di andare avanti
o la voglia di farlo.

Dice un saggio:-"si lavora per vivere".

Lui ha ragione.
Non a caso è un saggio.

Sì perchè il lavoro non ti aspetta a casa quando finisci tardi
nè ti ascolta quando ti vuoi sfogare,
non fa finta di non sentirti mentre, invece, soffre in silenzio al tuo fianco,
non ti solletica l'addome mentre cucini e non bussa alla porta del bagno proprio mentre ci sei tu.

Il lavoro non fa progetti
e non ti prende a cuscinate mentre fai di tutto per dormire.



Eh già, non si vive di lavoro.



Escistasera?