domenica 9 dicembre 2018

Anche oggi

Oggi poteva essere un giorno come gli altri.
La mia sveglia è suonata precisa come ogni giorno.
Colazione, palestra, doccia, lavoro, pranzo, rientro a lavoro, casa, cena, fine.
E invece no, un'altra giornata di merda.

Before I die alone,
il mio Zack Hemsey sulla strada per l'ufficio
suonava quasi come una preghiera stamattina.

Quando sei affiatato con i tuoi colleghi
ogni parola, ogni singola sillaba scandita acquisisce un significato particolare
anche se pronunciata a distanza e trasmessa attraverso una radio.

Riesci a sentire, a capire persino cosa sta pensando chi ha lanciato l'allarme.
Riesci a vedere negli occhi di chi ha sentito quelle parole prima di te,
riesci a diventare tu stesso la vittima per un attimo,
a fare tua ogni paura, ogni bisogno di aiuto.

E così si va in sirena,
anche stavolta,
anche oggi,
si vola su quella strada immensa dove le coppie girano tenendosi per mano,
su cui si conoscono per la prima volta,
su cui decidono in quale locale fermarsi a brindare con gli amici
per festeggiare la data del loro matrimonio.

Adoro quella sensazione,
sembra di viaggiare nello spazio attraversando universi opposti,
prima il paradiso e poi l'inferno.

Arrivi e tutto quello che avevi captato per radio eccolo lì,
davanti a te
mentre ti chiedi come tutto ciò sia possibile.

Ti reinventi,
ogni volta una persona diversa,
una faccia diversa,
un mestiere diverso indossando sempre gli stessi abiti, quasi un illusionista.
Soccorritore, vigile del fuoco, cowboy, psicologo, padre.

Empatico ed equilibrato sempre,
c'è da ripeterselo come un mantra:
sii empatico ed equilibrato ed andrà tutto bene
e si tornerà tutti a casa,
e ci si berrà su anche stavolta,
tutti insieme,
nessuno escluso.

Il collega esperto va in down, certo
40anni fa era tutto diverso.
Conoscevi prima tua moglie e poi la tua fidanzata,
fidanzarsi era una cambiale che non si estingueva neanche a babbo morto.

Da Rino Gaetano e Venditti a Fedez e Sfera Ebbasta,
la Terra compie il suo giro, i giovani tolgono il posto ai vecchi.
La vecchia guardia cede il passo e arretra sulle retrovie.
E arriva quel momento in cui devi prendere in pugno la situazione.

Quando qualcuno minaccia il suicidio sta chiedendo attenzione al mondo che lo circonda
ma non vuole che tu sia nè il suo psicologo e nè il suo confessore.
Non vuole essere capito, anzi, dice che nessuno può comprendere ciò che prova e guai a chi lo fa.
Non vuole essere avvicinato, se può scappa.
Non vuole essere toccato.
Accusa il mondo intero senza risparmiare nemmeno chi lo difende.
Non vuole ascoltare i problemi di nessuno, ci sono solo i suoi, che non vuole assolutamente dirti.

Perchè quando c'è una soluzione ad un problema, a volte, essa stessa è parte del problema.
Ascoltare è un problema per chi non è mai stato ascoltato,
talmente forte da essere rinnegato in quanto bisogno.
Il corpo ti chiede di fare qualcosa che non puoi e non sai come fare.

E allora TU puoi solo fare una cosa.
Quella che ti veniva meglio a scuola, quando ti interrogavano
e non ricordavi neanche di che colore fosse la copertina del libro:
improvvisare.

Empatico ed equilibrato,
empatico ed equilibrato,
empatico ed equilibrato un cazzo.

Andiamo, dai.
Buttiamoci insieme.
Facciamogli vedere che botto fanno due persone stufe di tutto e di tutti.
Non provarci, tu non mi parli di te ed io non ti parlo di me,
non sono qui per convincerti o cercare quell'empatia mistica, facciamolo e basta.
Se non vuoi essere coreografico non ti chiederò di tenerci per mano
ma, andiamo, avrai tutta l'attenzione che finora nessuno ti ha dato.
Eh si, dovranno farlo per forza, il mondo non potrà fare finta di niente, non stavolta.
Il mondo intero saprà che con te ha sbagliato.

Qualcuno potrebbe dire che anche tu fai parte di quel mondo intero e che quindi hai sbagliato anche tu con te stesso ma,
ci deve essere sempre chi deve far polemica, no?
Su, voglio togliermi questi crampi dallo stomaco prima che diventino ulcera e so che ho ancora poca autonomia.

Si è più vigliacchi ad andare o a restare? Pensaci e decidi


Un passo indietro, ha fatto un passo indietro.
Pochi minuti, nessun discorso alla I have a dream,
nessuno psicologo,
nessun salvatore.
Solo uno sprone.
Voleva solo uno sprone, lo stesso che cercavo io quando
di fronte a me non avevo nessuno, 
se non la paura di non aver fatto abbastanza, di non aver detto abbastanza.
Con la voglia di farl finita una volta per tutte,
in quel turno di notte,
da solo,
chiuso in un gabbiotto dietro una sbarra,
col colpo in canna.

Pronto a lasciare tutto e tutti, pronto a chiudere quella porta
che forse troppe volte ho lasciato aperta senza potermi girare
e con l'alito freddo del passato che mi faceva venire la pelle d'oca.

Oggi poteva essere un giorno come gli altri, un giorno normale.
Invece, anche oggi ho salvato qualcun altro e non me.

escistasera?