venerdì 23 dicembre 2022

La fantastica solitudine dei numeri

 Il tombolone quest’anno lo tengo io!

Non vedo l’ora di infilare la mia possente mano destra in quel sacchettino verde in feltro!

Ma.. adesso che ci penso..

nessuno ci fa caso a quanto potrebbero soffrire quei poveri, piccoli indifesi numerini?

Dopo 350 giorni di caldo, senza distanziamento e senza alcun tipo di svago,

senza neanche una luce accesa..

Ci ricordiamo di loro solo in quei 15 giorni all’anno in cui ci fanno comodo,

li prendiamo,

li trastulliamo,

li amiamo,

li CHIAmiamo!

E poi? Di colpo, bam! Tutti di nuovo nello sgabuzzino!

-"Cara tombola anche quest’anno non mi hai fatto vincere un cazzo"!

Che trattamento..

E quindi di nuovo al buio, stipati come sardine per altri 350-351 giorni.

Quando li usiamo, poi, non ci limitiamo nemmeno ad accarezzarli, li stupriamo proprio!

Eppure, in mezzo a tanta sofferenza,

io vorrei essere uno di loro.

Io vorrei essere come loro.


E non perché io abbia una particolare empatia, anzi.

Vorrei solo essere.. come loro: un numero.


Vorrei essere uno di quelli che stanno lì, in fondo al sacchetto,

ma non uno di quelli che qualcuno si aspetta che venga chiamato e, più non viene a galla, più è desiderato.

Noo!!

Io vorrei proprio che non mi desiderasse nessuno!

Un piccolo numero insignificante! Quello vorrei essere!

L’unico numero che non conta! Che bello!


E’ una vita che lotto per essere un numero.


Una vita che esco di casa col piumone in lana merinos addosso nella speranza di essere preso per pecora.

E invece, da una vita, mi sento dire le due parole più brutte che esistano:

"voglio

te".


Sisi, hai capito bene! Proprio te!


Fosse solo in ambito lavorativo, poi, almeno avrei come far contrappeso dall’altra parte..e invece no!

Pure le donne, pure loro!

A parte che mia madre mi ha sempre detto che l’”erba voglio non cresce nemmeno nel giardino del re”!

Ma poi, non si può tornare alle sane generalizzazioni di un tempo?

Io adoro le donne che generalizzano!

Quelle donne detengono le chiavi del sapere!

“-Voi uomini siete tutti uguali,

volete solo portarci a letto,

non ve ne frega niente di noi”…

E via così per un paio di millenni se non di più!

Ci sarà un motivo se sta ricetta viene da sempre tramandata di generazione in generazione, no?

Ma, poi, soprattutto, vorrei capire:

dove sta scritto che io devo essere per forza diverso dagli altri??

Per carità, massimo rispetto per chi lotta una vita per distinguersi dalla massa, sono scelte eh, ma io..

Io adoro le donne che generalizzano!

Le adoro!

Le adoro perchè

mi danno la possibilità di essere come tutti gli altri.

E per me, non ci sarebbe niente di più bello al mondo!

“Ma tu mi leggi dentro,

ma tu,

tu mi capisci come nessun altro

tu mi fai sentire protetta,

tu mi fai sentire diversa,

gli uomini sono tutti stronzi

ma tu sei diverso”!

Eh no eh! No!

Io sono come tutti gli altri!

Mi gratto il sedere, faccio i rutti, se non mi lavo puzzo

Mi lavo perché devo andare a lavoro, ma non per questo dovrete trattarmi in maniera diversa!

Pensavo fossimo amici, ma tu mi dici questo..con chi credi di avere a che fare?

Col tuo ragazzo?




Io non ho fatto niente, o forse sì.

Mia madre e mio padre mi hanno tirato su dicendomi che dovevo imparare ad ascoltare,

io ho fatto solo quello che mi dicevano loro, pensando che fosse giusto,

io mi FIDAVO di loro.

Che cosa ne potevo sapere che poi sarebbe andata a finire così?

Nessuno m’ha avvisato.



Tu-tu-tu

Sembra come la cantilena del telefono fisso che risulta sempre occupato..e invece no,

è proprio lui, lui, il mio peggior nemico, il pronome personale che più odio al mondo e che più io tenti di scansarlo, più mi si attacca addosso

Ma che accollo è?

Tu sai farmi ridere,

tu sai farmi riflettere,

“TU MI LEGGI DENTRO”,

tu mi GUARDI dentro (sono umano anch’io eh)

Ma cosa ho fatto di male, per meritarmi questo?

Ora vorrei capire, ma sto chiedendo tanto, io?

A me non sembra proprio!

Vorrei solo

non avere il telefono che squilla costantemente,

non ricevere messaggi assilanti in cui mi si chiede di vederci,

quando tornerò,

che impegni avrò,

con chi mi vedrò,

cosa sto facendo,

chi sto pensando,

quanto ci sto pensando.

Ohhhhhh!!

Ma potrò rivendicare il mio diritto alla solitudine anche io?

E se continua così sarò costretto a scaricarmi Tinder eh!

Almeno lì so che mi capiscono.


Escistasera?

mercoledì 21 dicembre 2022

Percepire

La minaccia, per essere penalmente rilevante, deve essere percepita.

Non lo dico io, lo dice la legge.


Leggevo questa frase perchè, ogni tanto, quando sono al bagno, mi capita anche di leggere qua e là cose a caso che parlano di diritto;

effettivamente la cosa mi ha fatto riflettere.


Percepire, per me è una parola che ha un che di musicale,

molto, a dir la verità.

Se, oggi, dovessi spiegare ad un bambino cosa significa la parola "percepire" non mi limiterei a dire semplicemente "sentire" ma credo che lo porterei sul lungomare della mia meravigliosa città,

alle 3 di una domenica pomeriggio, quando c'è pochissima gente in giro,

e gli farei chiudere gli occhi;

mi metterei accovacciato dietro di lui e gli direi nell'orecchio: 

- "senza aprire gli occhi, adesso, dimmi, cosa sta succedendo, in questo momento, intorno a te"?

Mi aspetterei due reazioni:

una, più timida ed introspettiva: lui abbassa il capo portando il mento al petto, come per ascoltarsi dentro;

un'altra, più sognante: posizione dell'albero,

allarga le braccia ed apre le mani al vento.


Non mi stupirei se mi parlasse del rumore del mare,

delle onde che, di tanto in tanto, si infrangono lievemente sul frangiflutti più avanti,

o dell'odore del sale che nelle belle giornate di primavera può prenderti anche la gola,

oppure, ancora,

della brezza che gli accarezza le mani.

-"Esperimento finito, puoi riaprire gli occhi:

oggi hai capito cosa vuol dire percepire".


Se, oggi, dovessi spiegare ad un ragazzo di 20 anni cosa significa la parola "percepire", penso che lo farei in un altro modo.


-"Cosa vorresti che ti dicesse la ragazza che ti piace, prima che tu possa baciarla per la prima volta"?

Io vorrei proprio che dicesse quella parola lì, proprio quella, "percepire".

O "percepito", anzi, forse, "percepito" è anche meglio.


Le donne sentono poco,

ancor meno ascoltano ma,

molte volte, percepiscono.


E spesso percepiscono pure bene!



E dato che se devono parlare di sentimenti dicono

"sento"

oppure

"credo"

oppure, ancora,

"non lo so",

allora sai già che, quando usano il verbo percepire, ti trovi davanti ad una persona che sicuramente è completamente concentrata e rivolta su di te.


Supponiamo, poi, che tu voglia dare un significato vagamente più gourmet,

più foodporn,

più carnale, al momento,

quanto può essere sensuale una donna che, magari davanti ad un temporale estivo, usa una parola simile?


Pensaci un attimo:

siete davanti alla grande vetrata di un bar,

decidi tu se dentro, prima di uscire, 

o fuori,

a prendere acqua in testa con le scarpe sporche di ghiaia,

quando lei, ad un certo punto, smette di guardare l'orizzonte, si gira verso di te e dice una frase brevissima che finisce con quella parolina maggica (come direbbero a Roma).

Pensa a quegli occhi scuri che guardano solo te,

che per un attimo sono solo tuoi,

pensa a quelle gambe che si incrociano

(ho detto incrociano, non accavallano, porco!) come spesso le donne fanno quando si fermano per aspettare qualcuno che vogliono che le raggiunga,

pensa a quelle labbra,

morbide e carnose, che si cercano

la prima e la seconda volta,

con determinazione,

e che poi,

con delicatezza e simmetria,

si toccano,

pensa al solletico che si fanno lingua e denti,

che lievemente si urtano come bicchieri di prosecco in un aperitivo in spiaggia,

al tramonto.


E adesso dimmi,

dopo una scena così, non ti sentiresti obbligato a baciarla?


Io sì, è per questo che le donne non usano mai quella parola con me,

le furbe c'o sanno che poi io m'appropinquo!


Ma se io, oggi, a 34 anni, dovessi spiegare ad un mio coetaneo cosa significa per me la parola percepire gli direi che

se torni a casa,

accendi la lampada del divano,

ti concedi un bicchiere di vino mentre guardi fuori dal finestrone del soggiorno del tuo piccolo ma confortevole bilocale al 6°piano,

e, mentre pensi a quanto poco manchi a rivedere ogni singolo componente della tua famiglia,

senti la vicina del piano di sopra che canta e suona la chitarra,

allora hai davvero capito cosa voglia dire percepire qualcosa nella propria vita.


Prossima volta al bagno snake, però eh.


Escistasera?